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Una terra affascinante come la Sicilia ha tanto da offrire, e non solo per gli amanti del mare.
Tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania si trovano i Monti Iblei, un altopiano montuoso la cui cima più alta è il Monte Lauro, con i suoi 987 metri, ed altre cime note sono il Monte Casale e il Monte Arcibessi.
L’andamento dolce dei rilievi, le vallate che interrompono l’altopiano e la varietà dei paesaggi che vanno dalla parte centrale di boschi di leccio all’area litoranea con la macchia mediterranea fino a campi chiusi e alle enormi distese di ulivi, carrubi, vigneti ed agrumeti, rendono la zona particolarmente adatta a rilassanti escursioni, alla scoperta di un territorio ancora poco conosciuto.

Il complesso montuoso collinare ibleo forma la cuspide sud-orientale della Sicilia.
I suoi limiti naturali sono segnati a nord dalla piana di Catania, a ovest dal fiume Dirillo (Ragusa) e a est e a sud dal mar Ionio e Mediterraneo.
Esso ricade quasi interamente nelle provincie di Siracusa e Ragusa.

Nella porzione settentrionale dell’altopiano, nei pressi della sua punta estrema, ovvero del Monte Lauro (986 m), affiorano basalti a cuscino di origine vulcanica (pillow lava) risultato di espandimenti lavici sottomarini risalenti al Pleistocene e precedenti la formazione dell’Etna.

La caratteristica del tavolato ibleo è quella di essere inciso da vallate e gole a volte con andamento meandriforme scavate dallo scorrere incessante di fiumi e torrenti, espressione tipica dei fenomeni carsici.
Dai Monti Iblei hanno origine infatti il fiume Irminio (che divide l’altopiano in direzione nord-sud scorrendo tra Modica e Ragusa), il Dirillo, l’Ippari, il Tellaro, l’Anapo, che sfocia in mare nei pressi di Siracusa, ed il fiume Cassibile

Proprio questi corsi d’acqua hanno avuto un’importanza fondamentale per la storia dei popolamenti di questo territorio costituendo via di comunicazione tra la costa e l’entroterra, il controllo dei quali è stato di primaria importanza per la sopravvivenza e la prosperità delle comunità locali.

Infine, il panorama è reso ancor più suggestivo dal serpeggiare dei muretti a secco che delimitano distese di ulivi e carrubi centenari, mandorleti, noceti, vigneti e agrumeti quali segno inequivocabile della presenza dell’uomo che, nel corso dei secoli, ha trasformato ed utilizzato questo splendido territorio.
Infatti, prima dell’arrivo dei Greci, gli Iblei, come del resto tutta la Sicilia, dovevano essere ricchi di foreste

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